
Equilibristi su un filo invisibile delle nostre esperienze, sospesi nel limbo della vita, con tasche colme di pensieri e scarpe impolverate da ricordi. Puntiamo dritti all’orizzonte dei sentimenti, un orizzonte che cambia ad ogni istante in cui smettiamo di crederci. Avvolti dall’ombra delle nostre invisibili lacrime, ci lasciamo trasportare dai sospiri del cuore, che danzano come farfalle nello stomaco, insegnandoci che il dolore non equivale necessariamente al male e che la solitudine non è sempre sofferenza, ricordandoci che ogni ferita racchiude un’emozione capace di accarezzare l’anima con una delicatezza unica, rivelando l’altra parte di noi, perduta tra le pieghe del nostro esistere. (N.C.)
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. . . buona vita a tutti!
Cecchi è responsabile di quello che scrive, non di quello che capisci!