QUEI DEA TRINCA

Tutto era partito circa due anni fa da un’idea del sottoscritto e di Michele, che aveva come obiettivo il rintracciare più compagni possibili della scuola elementare (Cesarotti-Arria anni ’75-’80) per la classica “rimpatriata”.

Venerdì 25 giugno la missione si può dichiarare compiuta, si alza il sipario sulla rimpatriata delle elementari di “Quei dea Trinca“! Una volta partita la ricerca, man mano che riuscivamo ad “agganciare” i nostri ex compagni di scuola grazie anche all’aiuto di Roberta , il tutto ha avuto un effetto domino fino ad arrivare ad un risultato insperato.

Impagabili sono state le sensazioni ed emozioni che mi sono passate tra il cuore e la mente nel rivivere prese in giro, aneddoti sbiaditi dal tempo, ognuno per una serata si è riappropriato del proprio ruolo. In onore di lei, l’indimenticabile Maestra Tina Trinca.

Un’opportunità che ci ha confezionato un’occasione di vita che con “occhi lucidi” ci ha permesso di rincontrare Ernesto P., Roberta M., Nicoletta S., Michele B., Sabrina F., Caterina B., Ombretta B., Luca Z., Alberto A., Nicola C. (il sottoscritto). C’era solo una parte di quella famosa sezione di bambini con grembiuli dai fiocchi rosa e azzurri, ma con la speranza e l’obiettivo che ci sarà la possibilità nelle future rimpatriate di rivedere Enrico R., Federico F., Sonia F., Sonia R., Alessandra B., Cristina S., Simonetta T., Sabrina B. Ah dimenticavo Paola Cadei (dove sei?).

È stato un vero e proprio salto nel passato (senza paracadute) a cuore aperto per intenderci. Indescrivibili le emozioni, nel ricordare e nello stesso tempo rivivere quei momenti condivisi tra i banchi già usurati a quei tempi, piccole confessioni, amori e passioni per alcuni vissute, per altri taciute, angosce per le interrogazioni ed episodi che vengono ricordati e rivissuti come allora, traghettandomi in un passato che avevo relegato in angolino del mio cuore.

Con il passar delle ore seduti attorno a quel tavolo i sogni, i desideri, le aspettative di ciascuno, prendono sempre più vigore nell’abbattere timidezze o paura del confronto tra il passato e il presente scoprendo che alcuni ce l’hanno fatta, altri hanno raggiunto un buon compromesso,  altri si sono dovuti  fermare e cambiare rotta, altri ancora hanno o combattono ogni  giorno con vicissitudini che arrivano all’improvviso e ti cambiano, stravolgendo il  senso della tua vita. E poi purtroppo vieni a sapere che qualcuno non è più con noi, se ne è andato via per sempre, ma mai dal nostro cuore. Alcuni cambiano dentro, altri città, altri cambiano e basta. Ma alla fine si arriva sempre a quel passato remoto che è stata la nostra infanzia e ci ricorda tutto questo, come un tuffo al cuore. Credetemi, difficilmente si resta immuni da tutto ciò.

Che dire? Alcuni di noi sono riusciti a rimanere eterni ragazzi, sempre uguali, sempre birbantelli veri e propri Peter Pan. Forse è questa la ragione per cui le rimpatriate di classe creano vitalità interiore, perché a mio avviso i vecchi compagni di scuola vengono percepiti come affidabili compagni di vita.  Ma quel che è certo è che ognuno di voi ha lasciato in qualche modo un segno che fa parte della mia storia, del tempo trascorso resteranno i ricordi dei nostri giovani visi che nel frattempo la vita e il destino ci hanno modellato a loro piacimento.  Il fatto è che i compagni di classe sono davvero una categoria a parte. Si può anche non frequentarsi per decenni, ma c’è sempre qualcosa che ci unisce. Noi ad esempio “Quei dea Trinca“!

Grazie di cuore (N.C.)

Image Credits: Nicola Cecchinato “Cecchi.Blog”

. . . buona vita a tutti!

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